La Storia

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STORIA

Pollena Trocchia, è un paese con un corso storico antico, Nella cittadina sono stati rinvenuti reperti che testimoniano la presenza di un centro abitato già ai tempi dei Romani. Ricchi palazzi nobiliari, ancora esistenti, sebbene trasformati, sono memoria della vita cinquecentesca.
Una testimonianza ancora viva e piena di significato è rappresentata, inoltre, dalle "ville vesuviane minori, ridenti memorie del XVIII e XIX secolo. Nel tardo 800 e primo 900, troviamo la presenza di ville borghesi e rustiche masserie immerse nella campagna.
Il tentativo del nostro studio è quello di evidenziare, per tramandarne il ricordo, la presenza delle famiglie nobili e borghesi che hanno stabilito la loro residenza nel nostro paese o che ivi hanno trascorso le loro vacanze godendo della salubrità del luogo.
Essi non sono stati solo semplici turisti, ma hanno lasciato un segno indelebile nella storia di Pollena Trocchia, sia per il loro contributo alla crescita socio-culturale, che per gli edifici costruiti.
Molte strade della nostra graziosa cittadina, sono state dedicate a personaggi illustri appartenenti a queste famiglie.
Quindi altro fine di questo studio, e quello di far luce su parte della toponomastica pollenatrocchiese, visto che spesso ci ritroviamo a domandarci perché la strada dove abitiamo porta un certo nome.

PRINCIPI FRANCONE

I Principi Francone abitavano in una villa esistente in Piazza Amodio, inizio di Via Dante, costruita nel 1600 dalla famiglia Capace Scondito e venduta nel 1701 al reverendo Domenico Scarpato. Questi nel 1736 la cedette al principe Paolo Francone, marchese di Salcito.
Il nuovo proprietario fece imponenti lavori di ampliamento e ristrutturazione. Lo sfarzo era unico: addirittura vi era una camera ricamata tutta di seta trapuntata con personaggi al naturale, stemmi e colonne, realizzata in dieci anni con il lavoro di dieci ricamatrici, che era costata una cifra altissima in quell'epoca, 8000 ducati.
Fra gli ospiti illustri della famiglia Francone, vi fu Alfonso De Liguori, vescovo di Sant'Agata dei Goti, successivamente divenuto Santo. Nel 1818 la villa fu acquistata dal Ministro dell'Interno del Regno delle due Sicilie, Nicola Santangelo, da cui prese il nome (Villa Santangelo).
Ferdinando II di Borbone, regnante dell'epoca, fu spesso ospite del suo amato ministro. Ci sono all'Archivio storico di Napoli foto del re, che si recava a Pollena con la sua carrozza.
Nicola Santangelo, potente e mecenate, ristrutturò interamente la villa, che oltre ad un ameno boschetto, era dotata di una bellissima sala da ballo. Egli la addobbò con opere di rilevante interesse artistico e architettonico. La sua casa fu salotto del patriziato napoletano dell'ottocento.
Le collezioni di arte lasciate dal Ministro, sono oggi conservate nel Museo Nazionale di Napoli (grandi vasi etruschi e monete antiche).
Oggi lo spazio antistante la villa, porta il nome di Largo Santangelo, proprio in onore ed a ricordo dell'illustre personaggio.
La villa negli anni '60 fu acquistata dalle Suore degli Angeli, che l'hanno abbattuta ed al suo posto hanno ricostruito un edificio scolastico.

DUCHI DI SAN VALENTINO

La famiglia Capace Minutolo, Duchi di San Valentino, abitava il palazzo che ancora oggi sorge nella piazza principale di Trocchia. Essa ne venne in possesso alla morte del precedente proprietario, Giambattista Seripando, che lo lasciò in eredità a sua moglie Lucrezia Capece Minutolo nel 1638. Quest'ultima, alla sua morte lo losciò ai figli del fratello.
Discendenti, secondo lo storico F. Campanile, di Giacomo Minutolo, viceré in Capitanata nel 1294 e Vassallo. Nel 1741, il palazzo fu ampliato ed affrescato dal maestro Giuseppe Russo. Al suo interno vi è un grande salone con pregiovolissimi affreschi e stucchi, che fa appalesare, che fosse ritrovo mondano delle famiglie nobili napoletane.
La forma semicircolare del palazzo, ha fatto supporre allo storico Ambrogino Caracciolo (Sull'origine di Pollena Trocchia… - Napoli 1932, pag. 51) che esso sia stato edificato sulle rovine di un antico anfiteatro romano o di un tempio.
Successivamente, all'inizio del '900 il palazzo fu acquistato, in parte ristrutturato ed ampliato dalla famiglia Pistolese, dell'alta borghesia napoletana.
Dal dopoguerra l'edificio è stato man mano abbandonato, in gran parte disabitato e gran parte degli affreschi, stucchi e controsoffitte sono andate perse.
Per fortuna è sopravvissuto al rischio di abbattimento per pericolo dopo il terremoto del 1980 ed oggi, i nuovi proprietari lo stanno ristrutturando, sotto la stretta sorveglianza della Soprintendenza dei Beni Culturali di Napoli. In tal modo rimarrà ancora per secoli a testimonianza della storia del nostro paese.

CONTI CARACCIOLO

La famiglia dei Conti Caracciolo, Principi di Torchiarolo, si insediò nel nostro paese nel 1788, proveniente da Napoli, con il Conte Ambrogio.
Abitanti nella Villa Caracciolo, sita nell'omonima via, attuale sede della Casa di Cura per anziani "Regina Pacis"(Le Suore della Visitazione hanno insediato l'ospizio, fondendo la Villa Caracciolo -lato alveo-, con la Villa Ruoppolo, proprietà della omonima famiglia, appartenente al patriziato napoletano).
La villa con un bellissimo parco, stile inglese, è sovrastata da una torre laterale e, le sue stanze erano tutte finemente affrescate e arredate. Purtroppo degli affreschi e delle controsoffitte, nonché della bellissima cappella, restano solo il ricordo e qualche sbiadita foto d'inizio '900.
Luigi Caracciolo, appartenente a questa famiglia, fu Conte del Sacro Romano Impero e generale al tempo di Maria Teresa d'Austria; morì a Desdra nel 1758. Nel 1755 Maria Imara Francone, sposò Luigi Caracciolo di Torchiarolo (cugino del precedente) ed insieme trascorsero la luna di miele nella Villa Francone (successivamente Santangelo) in Pollena.
Di qui si capisce bene che i nobili ed i borghesi, facilmente si imparentavano tra di loro, per rafforzare il loro potere ed aumentare la loro ricchezza. Il principe Luigi, però, morì a soli 21 anni proprio nella villa di Pollena, lasciando la vedova giovanissima con due figli piccoli: Ambrogio e Paola.
Ambrogino Caracciolo, nato e vissuto a Pollena Trocchia, fu ispettore onorario per la conservazione di antichità e belle arti, nonché console del Touring Club Italiano e ricoprì in quell'epoca numerose altre cariche politiche e onorarie.
A lui si devono molte opere pubbliche realizzate nei primi decenni del secolo, quali: la pavimentazione della piazza e delle principali vie di Trocchia, la costruzione della strada di Guindazzi (ogi Via Cavour) fiancheggiata da bei platani, ora non pià esistenti, la piazza a fianco del Santuario della Madonna dell'Arco, il primo servizio di autobus Napoli-Sant'Anastasia ed un ponte sulla strada da Sant'Anastasia a Somma Vesuviana.
Scrisse nel 1932 un importante libro sulle origini di Pollena Trocchia e sulla possibilità di sfruttamento del Monte Somma a scopo turistico. Solo pochi anni fa è stato istituito il Parco Nazionale del Vesuvio, che rappresenta una seria possibilità di sviluppo turistico del nostro territorio.

MARCHESI CAPPELLI

Notevole per la sua pregevole architettura e per la sua posizione panoramica è anche la Villa della famiglia Cappelli, Marchesi del Tito, in origine di proprietà delle famiglie Vespoli e Latiano.
Costruita nel punto più alto del paese a metà del '700, fu acquistata nel 1833 dal marchese Domenico Cappelli.
La villa presenta un delizioso giardino ed un bel boschetto, che tutt'oggi sono visitabili. Le stanze sono affrescate da dipinti di pregiati pittori di Scuola Napoletana, fra cui Andrea Vaccaro. L'ingresso alla villa è attraverso un viale diritto, una volta alberato, tutto pavimentato in basolato di pietra lavica, che parte da Via Cappelli.
Da Domenico Cappelli prende il nome la strada di accesso alla villa, L'ultimo residente dei Cappelli, sposò in seconde nozze la sua cameriera, una donna locale, la Signorina Carotenuto. Alla sua morte, non lasciò la proprietà alla moglie, ma volle lasciarla in beneficenza alle Suore Compassioniste, affinché vi creassero un orfanotrofio per i bambini di Pollena ed una scuola, gratuita per i più poveri.
Attualmente l'edificio è ancora di proprietà delle Suore Compassioniste ed è sede di una scuola parificata materna ed elementare.

PRINCIPI DI RUOTI

Di fronte alla Villa Francone, a fianco della Chiesa di San Giacomo Apostolo, abitava l'altra famiglia Capace Minutolo, i Principi di Ruoti. La villa fu costruita nel 1546, con un bellissimo parco adiacente.
Parte del fabbricato fu poi demolito e ricostruito nel XVIII secolo, per far passare l'alveo di Pollena, che rientrava in un importantissimo progetto di ingegneria idraulica, voluto e fatto realiz- zare dai Borboni.
All'inizio del '900 la villa divenne pro- prietà della famiglia Verduzio. Oggi versa in grave stato di decadenza e abbandono.
Si spera che ben presto venga ristrutturata e riportata agli antichi fasti.

DUCHI CAPECE GALEOTA

La nobile famiglia dei Capace Galeota, duchi della Regina, si insediò a Trocchia agli inizi del XVIII secolo.
Alloggiò in un castello, che oggi versa in stato di grave rovina, nella Via Duca della Regina, che appunto da loro prende il nome. Il castello al quale si accedeva per un viale fianchegiato da platani secolari, aveva un parco ricco di statue e grotte, del quale oggi, purtroppo non ci sono tracce.
Alla fine dell'800, il castello fu acquistato dal commendatore Ugo Fusco, ricco "signore" napoletano, la cui famiglia soggiornò a Pollena Trocchia solo per brevi periodi.
Da oltre mezzo secolo è disabitato.

MARCHESI DI POPPIANO

La famiglia Pallamolla, Marchesi di Poppano, abitava nel palazzo costruito in Piazza Capace Minutolo all'inizio dell'800. Tale palazzo conteneva ricchi affreschi di scuola napoletana.
I Pallamolla erano soliti ospitare la famiglia del marchese Cavalcanti, che abitava a Napoli, ma possedeva un podere in Trocchia.
Il marchese Cavalcanti, ospitò, a sua volta, presso la famiglia Pappamolla il celebre musicista bergamasco Gaetano Donizetti, il quale nel podere in località "Vigna", su di un sasso ai piedi di un ulivo, era solito fermarsi per trovare la giusta ispirazione.
Pare che qui abbia composto la "Lucia di Lammermour". Secondo la tradizione, provò le prime note sull'antico organo a mantice della Chiesa SS. Annunziata.
In tale luogo, il Conte Caracciolo nel 1911, pose una lapide a ricordo, tutt'ora esistente. Nel 1910 il palazzo dei Marchesi di Poppano, divenne proprietà della ricca famiglia napoletana Maiello, che va ricordata in quanto proprietaria della prima radio a Pollena Trocchia.
Oggi il palazzo è stato ristrutturato e mantiene solo l'aspetto esteriore di un tempo.

BARONI DI SAN MARTINO

La famiglia Sifola, Baroni di San Martino, possedeva in Trocchia una residenza, dove trascorreva, fin dal 1600, le vacanze estive.

DUCHI DI SANFELICE

La famiglia Frezza, Duchi di San Felice, abitava in un palazzotto nobiliare sito in Piazza Domenico Vecchione, che recava sul retro anche un delizioso boschetto.
Successivamente venduto dagli eredi alla famiglia Castiello, che ha poi demolito il vecchio edificio per costruire moderne abitazioni.

DUCHI DI RESIGLIANO

La famiglia Guindazzo, duchi di Resigliano, era proprietaria di un podere rustico sito nell'attuale Via Cavour.
Attualmente vi è una stazione della Circumvesuviana intitolata "Guindazzi", nonché una strada che va dalla Via Mazzini fino alla Via Calabrese.

MARCHESI DE LIETO

La famiglia dei Marchesi De Lieto ha a lungo abitato in un rustico palazzo ottocentesco costruito a ridosso della Chiesa di San Giacomo, dal lato di Via Cappelli, nella stradina detta Rampa De Lieto, che da essa ha preso nome.
L'ultima abitante della casa, la Marchesa Sig.na De Lieto, è ivi morta circa trenta anni or sono. Ella era molto devota alla Madonna dell'Arco, e molti ancora la ricordano ogni mattina, bella e adorna che si recava al vicino santuario Santuario.
Nel suo testamento volle lasciare metà della sua proprietà ai padri domenicani, che tuttora sono proprietari di parte dello stabile, lasciato in stato di abbandono.

MARCHESI DEL TITO

Pietro Latiano e la moglie Anna Maria Viespoli, Marchesi del Tito, abitavono nella villa che successivamente divenne dei Cappelli.
Essi vanno ricordati per aver contribuito, insieme con altre famiglie nobili che abitavano a Pollena nella seconda metà del XVIII secolo, a ricostruire la Chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo. I Marchesi donarono nel 1788, l'altare maggiore ed il quadro che lo sovrastava, opera di Domenico Mondo.

PROTOSPADARO

La famiglia Protospadaro, nobili calabresi, possedeva una casa antichissima edificata su di un precedente edificio, forse una torre, nel vicoletto, detto Rione De Matteis (Via Trinchera).
L'ipotesi della torre è dovuta al fatto che le fondamenta, tutt'ora esistenti, sono spesse oltre due metri.
I De Matteis, anch'essi nobili napoletani, erano proprietari del fondo esistente in detto sito.

I "SIGNORI"

In questa ricerca, abbiamo voluto chiamare "Signori" gli appartenenti alle famiglie borghesi che ebbero una loro abitazione a Pollena Trocchia dove abitavano stabilmente o venivano a villeggiare per alcuni periodi dell'anno, in quanto essi essendo anche proprietari di gran parte dei terreni agricoli, così venivano chiamati dai coloni.

FAMIGLIA TRINCHERA

Medico del re Ferdinando II di Borbone, Stefano Trinchera, illustre clinico napoletano, acquistò il terreno di Trocchia nel 1831 e vi costruì una lussuosa villa con un bellissimo parco, ricco di statue, grotte, giardini e laghetto, nonché una ricchissima serra.
La moglie era la sorella del Cardinale Fabrizio Ruffo, comandante delle truppe della Santa fede e molto amico del duca di San Valentino.
Molto probabilmente, per il tramite di quest'ultimo, il Trinchera scelse di stabilirsi a Pollena Trocchia. Si deve al Dottor Gala Trinchera insieme al ministro Santangelo, la costruzione delle strade che da Pollena conducono a Sant'Anastasia ed a Cercola.
La strada adiacente la villa, prende il suo nome.
Ancora oggi, il nipote, Avv. Stefano Gala Trinchera, più volte assessore comunale, mantiene la villa in ottimo stato.

FAMIGLIA MICILLO
Il Palazzo della Famiglia Micillo era situato in Piazza Amodio, di fronte alla Chiesa. Abattuto negli anni '70, è stato ricostruito in chiave moderna e arretrato in modo da ampliare la piazza.
La famiglia era anche proprietaria del fondo, sul quale oggi sorge il "Rione Micillo".

NICOLA PALUMBO

Insigne magistrato napoletano, Nicola Palumbo, era solito venire a villeggiare in Trocchia, dove costruì una palazzina, proprio all'inizio dell'attuale Via Cavour.
A lui è intitolata la stradina che gira intorno alla sua proprietà, che da Via Roma porta su Via Cavour.

SALVATORE FUSCO

Salvatore Fusco fu "Senatore sommo, vasto e limpido intelletto, che a queste pendici vesuviane, chiedeva lena per studi, pensieri e affetti" (dalla lapide datata 21 agosto 1906).
Egli fece edificare una bellissima villa di stile svizzero, quasi nella piazza centrale del paese (di fronte alla scuola elementare), dove trascorreva la maggior parte dell'anno. La strada che collega Piazza Donizetti a Piazza Domenico Vecchione, è intitolata a lui.

NICOLA AMODIO

Nicola Amodio fu uno dei Podestà di Pollena Trocchia. Abitò con la sua famiglia nel palazzo dei signori Micillo.
A lui, per l'impegno profuso nella gestione della "cosa pubblica" e per la crescita della cittadina, fu dedicata la Piazza antistante la Chiesa San Giacomo, precedentemente intitolata Piazza Guglielmo Marconi.

DUPONT - FRAJASSE

La famiglia Dupont-Farjasse abitò nella splendida villa edificata nell'attuale Via Caracciolo, in una posizione dominante sul centro di Trocchia.
L'accesso attraverso un bellissimo parco, con viali e laghetto, ornato di statue, è composto da un colonnato ed il cancello principale era sovrastato da un arco in marmo scolpito. La villa fu successivamente venduta alla famiglia Ruoppolo.
Charles Farjasse, che abitava nel palazzo di San Valentino, impiantò una industria della seta in Trocchia, intorno al 1850.
Noto antiquario, Farjasse fece costruire un edificio poco lontano dal palazzo, nel quale iniziò l'allevamento dei bachi da seta.
Purtroppo una epidemia colpì l'allevamento e lo costrinse a desistere dall'attività.

FAMIGLIA RUOPPOLO

La famiglia Ruoppolo, ricchi signori napoletani, giunse a Trocchia alla fine del 1800. allorquando il Grand'Ufficiale, Commendator Luigi Ruoppolo, console generale della Liberia in Italia, la rilevò dai Dupont.

OLIMPIA CAPPABIANCA

Donna Olimpia Cappabianca, imparentata con la famiglia Gala, proprietaria del del palazzo costruito a ridosso della Chiesa SS.Annunziata, non avendo eredi diretti, lascio in eredità l'abitazione alle Suore di Sant'Anna, affinché si realizzasse un Orfanotrofio.
Le suore hanno gestito l'Istituto per molti anni, fino al 1968, quando per mancanza di fondi per continuare l'opera pia, abbandonarono la casa, divenuta poi di proprietà comunale.

MASSERIA STARZOLLA
Via Starzolla prende il nome dalla Masseria Starzolla, che era appunto delimitata dalla allora piccola stradina, successivamente ampliata.
Alla Masseria si accedeva da un cancello, ancora esistente, subito dopo la stazione di Guindazzi